skeptic |
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| In un mondo "sano" sarebbe un video poetico, in un mondo "malato" -come il nostro, è equivoco... L'allattamento al seno è fondamentale, innanzitutto per motivi sanitari (la trasmissione delle difese immunitarie, la prevenzione delle allergie - indotte dal latte sostitutivo. Nei paesi in via di sviluppo vi è poi il ruolo di "anticoncezionale naturale" per prevenire le nascite ravvicinate, nonché quello "salva vita" in situazioni in cui la mancanza di acqua potabile rende "tossico" il latte in polvere.) Non bisogna poi dimenticare che il contenuto del latte (materia grassa, proteine, zuccheri, ecc.) si modifica nel corso dell’allattamento, adeguandosi alle necessità nutritive del neonato che si sviluppa. Vi è poi il lato psicologico: in una madre, che non ha problemi irrisolti nei confronti del proprio corpo, non può che avere un effetto benefico (allattare provoca un piacere fisico superiore a quello della cocaina – come risulta da sperimentazioni cliniche). Allattare rafforza senz’altro il legame madre-figlio approfondendo, in entrambi, l’empatia. Per quanto riguarda la “durata” non la si può stabilire senza contestualizzarla nella cultura nella quale si è inseriti. In alcuni paesi africani i bambini giocano, litigano e quando piangono (a quattro, persino cinque anni) corrono dalla mamma a “consolarsi” al seno (è ovvio che per un periodo così protratto il ruolo nutritivo è del tutto assente). In una cultura diversa, in cui vi è una propensione censoria e “morbosa” per tutto ciò che attiene la fisicità un allattamento così protratto potrebbe al contrario indurre “problemi” psicologici (non in quanto tale ma per la “censura” sociale). Si assiste attualmente ad una dialettica naturalità-spontaneismo (e quindi allattamento a richiesta- non le poppate quantificate ed ad orari fissi - e protratto nel tempo) da un lato e rigidità (pesa del neonato prima e dopo la poppata; poppate a tempi dati, non oltre i sei mesi, ecc.) dall’altro… dipende dalla filosofia dei genitori…
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