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Solo 11 centri per elettroshock in italia

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coloramente
icon10  view post Posted on 23/2/2008, 19:42




Notizia presa da: http://it.notizie.yahoo.com

Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) - In Italia ci sono solo 11 strutture che possono trattare con l'elettroshock i pazienti con depressione grave. Un numero nettamente inferiore rispetto agli altri Paesi europei, che da anni fanno largo uso di questa terapia "confortati da test clinici che ne dimostrano l'incontestabile efficacia". E' la denuncia degli psichiatri dell'Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (Aitec), riuniti oggi a Roma e che in una petizione chiedono al ministro della Salute l'apertura di un centro Tec ogni milione di abitanti.

I numeri sono chiari, del resto: in Italia solo 11 strutture, 6 appartenenti al Servizio sanitario nazionale e 5 cliniche private convenzionate al Ssn. Nel resto d'Europa il panorama è diverso: in Olanda esistono 35 servizi di Tec, in Belgio 32, in Germania 159, in Svezia 65, in Norvegia 44, in Finlandia 40, in Ungheria 34, in Scozia 27, in Irlanda 16, nel Regno Unito 160. "E' paradossale - sottolinea Athanasios Koukopoulos, presidente uscente dell'Aitec - che proprio in Italia, dove abbiamo inventato l'elettroshock nel 1938, ci sia questa chiusura".

L'esperto si scaglia contro la scarsa informazione che si dà su questi argomenti. Una disinformazione che tocca tutti: "politici, psichiatri, mass media. Tutto questo confonde l'opinione pubblica". All'incontro era presente anche Tom Bolwig, psichiatra all'università di Copenaghen, che spiega la propria posizione: "in Danimarca vivono 6 milioni di persone eppure abbiamo 35 centri specializzati nella Tec. Ne abbiamo addirittura uno in Groenlandia - sottolinea - e non vedo quindi perché anche in Italia non si possa fare ugualmente". Koukopoulos, a fine incontro, cerca di spiegare il motivo. "Come sempre in Italia - conclude - ci si ferma di fronte a problemi etici. Speriamo però che lo scenario cambi presto".

No, dico: ma vi rendete conto? :angry: Solo 11? Forse è il caso di abolirli tutti, o vogliamo tornare all'era della pietra?
 
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coloramente
view post Posted on 25/3/2008, 14:04




So che alcuni non sono d'accordo con me nell'affermare che le conseguenze dell'elettroshock bastano e avanzano per non reintrodurre la pratica ...

Inserisco lo stesso questi link per chi sia interessato all'argomento:

- http://psicke.blogspot.com/2008/02/ettenti...un-ritorno.html
- http://scienzamarcia.blogspot.com/2008/02/...-riportare.html
- http://scienzamarcia.blogspot.com/2008/01/...rogetto-di.html

Se avete altre informazioni, postatele pure.
 
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sappe
view post Posted on 25/5/2008, 12:08




E' terrificante saperlo... Non credevo fossero ancora così tanti... Come possono anche solo pensare che sia un metodo funzionale? Non sarò medico, ma sarei pronta a scommettere che nessuno dei medici/psichiatri che lo applicano ai pazienti curerebbero così i loro familiari... E non è solo un fattore etico: come possono credere che dare scosse elettriche possa far del bene a qualcuno? Se un paziente depresso viene calmato con l'elettroschock è solo perchè gli hanno mandato in pappa il cervello! (Scusate l'espressione)
Grazie per i link che hai postato, sono in pieno accordo con te ;)
Il vero problema è che la gente, a parer mio, non si vuole rendere conto di questi orrori, e trova che le persone affette da malattie psichiche siano soltanto un disturbo, piuttosto che persone da aiutare, altrimenti questi "centri" e "pratiche" non esisterebbero nemmeno più, e non ci sarebbe bisogno di metterle in discussione.
 
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Francesca.it
view post Posted on 7/6/2008, 12:16




Trovo questa notizia abbastanza singolare e mi stupisce per diversi motivi; pensavo infatti che una pratica come l'elettroshock fosse sorpassata e non più praticata visti gli effetti dannosi per l'organismo.
Mi sorprende quindi pensare che si denunci il fatto che in Italia ci siano "solo" undici centri che possono trattare questa pratica; credo infatti che, vista la tipologia di "terapia" ed i suoi effetti sui pazienti, siano anche troppi.
La cosa che inoltre mi stupisce maggiormente è il numero elevatissimo di strutture che praticano l'elettroshock presenti negli altri stati europei.
Visti gli effetti di questa "cura", che cura non è, sinceramente trovo questi numeri sintomo di un evidente disagio della società; mi sembra infatti sia il tentativo, peraltro maldestro ed approssimativo, di intervenire su una situazione percepita come altamente problematica.

Inoltre, come diceva giustamente Sappe, questo potrebbe essere un tentativo, peraltro efficace, di eludere il problema mettendo coloro che potrebbero costituire un'eventuale problematica, in quanto bisognosi di cure, nella condizione di impossibilità di richiedere servizi e cure adeguate e trattamenti specifici articolati, complessi e quindi anche estremamente costosi che probabilmente un sistema non si vuole sobbarcare.
Queste, a mio parere, potrebbero essere due delle possibili spiegazioni per lo svolgimento di un trattamento così arretrato e dannoso per coloro che vi vengono sottoposti.
Cosa ne pensate?
 
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elizabethI
view post Posted on 13/6/2008, 12:03




Sicuramente portano soldi inqualche modo. Nel Mondo, e l'Italia, non è esente, si fanno scelte che hanno un risvolto economico o di potere per chi le propone, altrimenti neanche ci si spende tempo a proporle.
L'elettroshock ora viene chiamato 'terapia elettroconvulsivante', modificato il nome modificata la terapia? Non credo proprio. Addolcito il nome addolcita la terapia e i suoi effetti, non credo neanche questo.
Voglia di continuare gli esperimenti? Credo che possa essere un'idea plausibile....
 
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skeptic
view post Posted on 24/6/2008, 19:21




Purtroppo si sta tornando, in senso lato, ad una gestione autoritaria del paziente di nuovo spogliato della sua soggettività e dei suoi diritti e ridotto a “oggetto”. L’anniversario della legge Basaglia è stata occasione di un’accesa polemica sui “disastri” della chiusura dei manicomi e non piuttosto sulla non-attuazione della legge stessa nel suo complesso, addirittura di interpellanze parlamentari sulla riapertura dei manicomi.
I diritti universali dell’uomo, della donna e del bambino sono sempre più disattesi ed in caso di “debolezze” qualsivoglia (economiche, sanitarie, ecc.) del tutto inesistenti.
Non importano le esigenze dell’individuo, piuttosto quelle della società, dei gruppi di appartenenza… i problemi vanno “azzerati” e se questo significa “spersonalizzare” qualcuno privandolo della memoria… ovviamente è per il suo bene… Chi è favorevole a questa “terapia” sostiene che viene usata solo in casi estremi (casi in cui non vi è risposta a nessun altro tipo di cura, in cui il rischio di suicidio e lo stato di sofferenza sono talmente accentuati che qualsiasi altra condizione non può che essere considerata che “migliorativa”). Allo stesso tempo, per promuovere il ritorno a questa tecnica, si citano ad esempio paesi che la praticano in ogni distratto sanitario… Le tragiche storie di chi ha subito questa pratica sono ancora attuali e le testimonianze di chi ne vanta “il ruolo salva-vita nel suo caso”… sono quantomeno da verificare con attenzione. C’è il vezzo di qualificare come “antiscientifico” qualsiasi atteggiamento prudenziale nei confronti di terapie quanto meno discutibili. Il contrapporre “la verità scientifica” alla “crassa” ignoranza è ideologico, strumentale ed in malafede. Innanzitutto la medicina non è una scienza esatta, in secondo luogo la scienza è basata sul principio della “falsificabilità”, in terzo luogo la neuropsichiatria è progredita e forse ci sarebbe più bisogno di un aggiornamento clinico degli psichiatri che il ritorno a pratiche storicamente superate per la loro grossolanità ed aspecificità.
 
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coloramente
view post Posted on 26/6/2008, 22:34




Mi domando cose ne guadagnano gli psichiatri al suo ritorno: ricerca, fama, soldi. Del resto ora potrebbero studiare in modo diverso gli effetti della terapia (non meriterebbe neanche questo termine)...e magari sentono la bramosia di potere e notorietà...
 
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6 replies since 23/2/2008, 19:42   76 views
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