I Colori della Mente - Forum di psicologia e molto altro

Una singola voce può influenzare come un coro di voci

« Older   Newer »
  Share  
coloramente
view post Posted on 10/2/2008, 18:10




Quello che pensano gli altri influenza grandemente i nostri pensieri, sentimenti e comportamenti. La nostra accuratezza nel formarci impressioni sull’opinione degli altri e sulle norme dei gruppi a cui apparteniamo è una componente essenziale nel guidare le nostre interazioni sociali. Se un’opinione è realmente condivisa oppure noi la stimiamo, per qualche motivo, prevalente, essa ci orienterà nelle nostre riflessioni e nei nostri comportamenti.

Ma quando un’opinione è ritenuta prevalente? Ovviamente quando la sentiamo espressa da più persone. E fino a qui niente di strano.
Quello di cui vi parlo oggi è però la scoperta di un processo psicologico controintuitivo: un’opinione può essere erroneamente ritenuta prevalente in un determinato contesto anche se la esprime una persona soltanto, a patto che lo faccia più volte!
Da qui il titolo di questo post, che è anche il sottotitolo del paper: una singola voce ripetuta può sembrare un coro.
Lo studio è stato realizzato dagli psicologi Kimberlee Weaver, Stephen M. Garcia e colleghi ed è stato pubblicato su Journal of Personality and Social Psychology.
I partecipanti ai loro esperimenti hanno infatti commesso l’errore di stimare come largamente condivisa un’opinione espressa ripetutamente dallo stesso soggetto, benchè la circostanza che si trattasse di un solo individuo fosse chiara e lampante.

Come può verificarsi una cosa del genere? Gli autori argomentano che l’esposizione ripetuta a un’ opinione, indipendentemente dalla singolarità della fonte, ne aumenta la sua accessibilità in memoria rendendocela “familiare”. Quando la sentiamo la volta successiva, la sua familiarità ci fornisce una falsa percezione di prevalenza. Siccome nella vita quotidiana è probabile ascoltare un’ opinione molte volte, quando essa è offerta da differenti persone in diverse situazioni, saremmo portati ad applicare questa usuale e corretta assunzione anche quando l’opinione è offerta ripetutamente dallo stesso individuo. E’ come se dicessimo a noi stessi “questa opinione l’ho sentita già, deve essere molto condivisa”.
Questa inferenza di popolarità dalla familiarità ha delle implicazioni non banali.
Mi viene in mente il recente caso della querelle Papa-Università Sapienza. In quel caso le voci di una sparuta minoranza, ripetute ricorsivamente dai media, hanno sovrastato le posizioni di una silenziosa e straordinariamente numerosa maggioranza, esercitando una potenza di influenzamento abnorme che ha condotto agli esiti che sappiamo.

Fonte: http://psicocafe.blogosfere.it/
 
Top
skeptic
view post Posted on 15/2/2008, 01:25




La "propaganda" è basata proprio su quello che hai citato. Comunemente si dice "ripetere una bugia la trasorma in verità". Questo è uno dei motivi per cui l'assetto proprietario dei mezzi di informazione è così importante. Per quanto invece concerne l'accenno alla vicenda Papa-Sapienza - penso che sia esattamente il contrario di quanto sostieni. Riassumo brevemente i fatti: alla fine di ottobre il rettore invita il pontefice ad inaugurare l'anno accademico, a metà novembre lo stesso rettore riceve una lettera "privata" da parte del fisico Cini che in termini estremamente civili - senza mai citare Galileo- contesta l'opportunità di tale scelta (non l'invito al papa a parlare all'università, ma l'occasione), in mancanza di risposta, da parte del rettore, altri 67 docenti vi si rivolgono. Nessuna risposta. Alla vigilia della visita prevista - per motivi ignoti (io ritengo per la strumentale volontà del rettore, che ha problemi per vicende di nepotismi e varie, di suscitare attenzione e solidarietà nei sui confronti) dà alle stampe l'appello dei docenti scatenando la prevedible manifestazione "folcloristica" di gruppi di studenti che, senza nessun reale motivo di ordine pubblico, spinge il papa a non recarsi all'università dove, comunque, viene letto il suo discorso. Ai contestatori viene impedito l'accesso all'ateneo, di cui sono studenti, agli allievi cattolici è consentito di sceneggiare una presunta censura mai avvenuta. Successivamente il prof.Cini ha ritenuto opportuno, avendo subito un vero e proprio "linciaggio" intellettuale pupplicare la lettera, inviata a suo tempo al rettore, e le sue civilissime (e, secondo me condivisibilissime ragioni). Non bisogna dimenticare che l'inaugurazione dell'anno accademico ha una funzione programmatica ed il rettore non poteva non sapere che invitarvi il papa avrebbe fatto ritenere di voler adottare un indirizzo confessionale che antepone la fede alla ragione.
 
Top
coloramente
view post Posted on 17/2/2008, 18:47




Vovelo precisare che ciò che ho scritto nel primo intervento non è mio, ma l'ho 'preso' dal sito il cui link è alla fine (giusto per 'dare a Cesare ciò che è di Cesare'.

Non ho seguito bene la vicenda del Papa nella facoltà, ma di certo una cosa a cui ho pensato (e non credo di essere stata l'unica) è che con Papa Giovanni Paolo ciò non sarebbe successo.
Forse vale la pena chiederci perché e come un singolo uomo o pochi uomini siano riusciti a 'convincere' una moltitudine di studenti.
 
Top
skeptic
view post Posted on 19/2/2008, 00:34




CITAZIONE
Forse vale la pena chiederci perché e come un singolo uomo o pochi uomini siano riusciti a 'convincere' una moltitudine di studenti.

Ti riferisci al papa o al prof. Citi? In quest'ultimo caso credo che non sia stato lui a"smuovere una moltitudine di studenti" ma, piuttosto, la consapevolezza che la libertà di coscienza è una conquista precaria che va sempre difesa.
 
Top
coloramente
view post Posted on 19/2/2008, 22:31




Intendi dire che il Papa può impedire in qualche modo la libertà?
 
Top
skeptic
view post Posted on 21/2/2008, 01:25




Una domanda ironica, non è vero?
Basti pensare alla non promulgazione di leggi che garantiscono i diritti civili per la loro “non aderenza alla morale cattolica”, al licenziamento in tronco dei membri laici del comitato bioetico, alle interpellanze parlamentari volte a cassare la nomina del prof. Luciano Maiani alla direzione del CNR (per “punirlo “ per la sua sottoscrizione all’appello dei docenti), all’analoga richiesta di “provvedimenti amministrativi” punitivi per gli altri docenti.
Perché non occuparsi poi della “rimozione” dagli incarichi di tutti coloro che risultano “indipendenti” rispetto alla linea ufficiale vaticana? I prelati di fede ecumenica toscani (vescovo di Livorno Alberto Ablondi, arcivescovo di Pisa Alessandro Plotti,ecc). Per tacere degli innumerevoli precedenti: dal direttore della Specola Vaticana a quello di Nigrizia, ecc.
E che dire della “predica” elettorale tenuta il 9-02-08 nella chiesa romana della Maddalena dalla senatrice Binetti?
Si potrebbe continuare…
In Italia le forze politiche che dicono di non accettare la sharia (letteralmente “la via da seguire” usata per indicare la legge coranica)
applicata quale legge dello stato, di fatto, cercano di procedere nello stesso modo nei confronti del cattolicesimo e tradurre la “via da seguire” cattolica in leggi dello stato.
Per citare Gandhi: “Come può essere fraterno chi crede di possedere la verità assoluta?”
 
Top
coloramente
view post Posted on 21/2/2008, 23:20




Tutte queste 'cose' le ha fatte il Papa? O persone che hanno strumentalizzato il nome del Papa?
 
Top
skeptic
view post Posted on 22/2/2008, 22:30




La rimozione dall’incarico dei religiosi “disobbedienti” avviene sicuramente con il placet del papa, così come le esternazioni dei cardinali che hanno ricevuto i loro incarichi da questo papa (per es. il cardinal Bertone, il cardinal Bagnasco, ecc.) Se alcuni comportamenti di politici fossero stati interpretati come “strumentalizzazioni” certamente sarebbero stati “commentati”, come avviene sempre quando il Vaticano intende far sentire la sua voce. Pensiamo al travisamento delle dichiarazioni di Amnesty International – riguardo all’aborto - compiuta su “Il Messaggero” da parte del cardinal Bertone, pensiamo alle dichiarazioni della CEI sulla necessità di un “partito cattolico”, pensiamo agli “indirizzi di voto” espressi - da parte di vari cardinali di spicco (Bertone, Bagnasco, Ruini), rivolti ai cattolici (ingerenza in aperta violazione dei patti lateranensi), alle prediche politiche svolte in chiesa, ecc.
E’ vero il papa non ha più il potere temporale, ma ha (e ciò, sono d’accordo con te, è attribuibile ad un complesso di sudditanza dello stato italiano) uno straordinario potere limitativo della libertà di coscienza, visto che i suoi desideri sono tradotti in legge e/o in non promulgazione di leggi.
 
Top
bradipo1968
view post Posted on 22/2/2008, 23:35




Volevo solo ricollegarmi al primo intervento e dire che sono pienamente daccordo. Il vero problema è che questo metodo viene utilizzaato dai "potenti" per fare il lavaggio del cervello a milioni di persone, e questo avviene grazie ai media a cui hanno accesso... Ad esempio, ogni giorno se parliamo di politica con qualcuno sentiamo dire solo delle lamentele per la disastrosa situazione in cui versa il nostro Bel Paese, ma poi puntualmente, quando arrivano le elezioni, siamo pronti a votare per qualcuno che, grazie ai media, ci ha convinto della veridicità del suo programma elettorale! Ogni giorno dai media arrivano messaggi che, ripetuti all'infinito, cercano di convincerci di cose che non sono vere. Che ne pensate?
Saluti :D
 
Top
coloramente
view post Posted on 23/2/2008, 18:54




Credo proprio, Bradipo, che quello che tu dici abbia un fondamento reale. Basta pensare al detto "la pubblicità è l'anima del commercio".
Non solo, le persone danno pi valore alle cose che costano di più di più rispetto alle cose che costano di meno, e danno più valore alle persone che hanno più soldi rispetto a chi non ne ha, e anche in questo la televisione e i media hanno fatto il loro 'lavoretto'.
Non solo, proprio come dici tu, in politica succede proprio questo: se si potessero mettere a confronto le promesse fatte dai politici durante le campagne elettorali, con poi quello che realmente hanno fatto, ci sarebbe da 'ridere'. Peccato che i media non permettono di divulgare questi dati (che, per inciso, esistono).
Non solo, il governo caduto, è caduto proprio poco prima che potesse fare qualcosa proprio in merito alla legge sulla televione e i media. Non credo che sia proprio un caso che è caduto poco prima....
Per non parlare poi di tutte quelle influenze che la televisione mette in atto sui bambini e sugli adolescenti!!!
 
Top
bradipo1968
view post Posted on 23/2/2008, 22:28




Io mi chiedo solo una cosa: riusciremo mai noi comuni mortali a prendere coscenza di quante informazioni sbagliate ci inculcano i media ogni giorno? Ma la cosa più assurda è che ne siamo tutti consapevoli, e ciò nonostante lasciamo influenzare la nostra psiche e i nostri comportamenti dalle parole di un giornalista, un politico o il testimonial di uno spot... ci casco anch'io! Ma in che percentuale siamo veramente persone "libere" e non un gregge di pecorelle che si muovono tutte nella stessa direzione? Forse sono problemi da esaminare dal punto di vista antropologico ma le ripercussioni sono sicuramente di tipo psicologico, visto che, almeno ultimamente, sembra si voglia infondere ansia, paura e incertezza per il futuro.
Comunque è veramente difficile essere liberi e seguire le proprie idee: io a volte ci provo ma spesso non vengo capito. Vabbeé, chi se ne frega, se è una cosa a cui ci tengo ogni tanto sono pronto anche ad andare contro corrente.
Saluti,
Brad
 
Top
coloramente
view post Posted on 24/2/2008, 11:46




Credo proprio che tutti siamo in qualche modo plagiati dai messaggi, dagli spot, a cui siamo sottoposti ogni giorno e più volte al giorno (se insinuano silenziosi nei 'meandri' della psiche).
L'antropologia credo anche che stia facendo degli studi, ma è anche vero che le conseguenze sono psicologiche, come dici tu Brad. Ed è qui il nocciolo: se non si è una persona che si conosce, che sa i propri limiti, consapevole di se stessa e, come dire, 'ben centrata' (o che almeno tende ad esserlo), allora risulta ancora più difficile uscire indenni (per modo di dire) dall'ascolto dei media.

Chi riesce, seppur in minima parte, a farlo, risulta agire 'contro corrente' con il rischio anche di diventare, in alcuni casi, un capro espiatorio.
E' difficile vivere in questo mondo, ma è bello incontrare persone autoriflessive e che cercano delle risposte da dare a se stessi e agli altri per migliorarsi, così ci si sente meno soli e più combattivi: l'unione fa la forza ^_^
 
Top
skeptic
view post Posted on 26/2/2008, 02:12




La propaganda e la suggestione si basano entrambe prevalentemente su leve emotive, quando se ne conoscono gli strumenti e le tecniche ci si può proteggere usando la razionalità e la verifica, è un po’ come per le illusioni ottiche (sono dovute alla struttura e alla funzionalità dell’apparato visivo umano) quando lo si sa non ci si fida di “ciò che si vede” e lo si controlla, magari misurandolo. Lo stesso avviene quando si è a conoscenza di quelli che lo scienziato Piattelli Palmarini definisce “tunnel concettuali” (vedi il fantastico librettino “L’illusione di sapere”) e di quelle che sono “attivazioni del sistema limbico”. E’ per questo che bisogna sempre tendere ad una migliore conoscenza, per ampliare la capacità di discernimento – salvo restando che l’etica della scelta è connessa al nostro sistema valoriale, che non è estemporaneo ma riflette la nostra storia (che è improbabile sia una biografia di plagio continuativo, senza soluzione di continuità – come dimostra il fenomeno della dissidenza sotto le dittature).
Da questo punto di vista è molto più pericolosa l’illusione di essere liberi e perciò stesso “non vigilare”, finendo trascinati nel flusso del conformismo.
Vi inviterei a prendere in considerazione il fatto che anche una maggioranza preponderante che sfrutta un episodio marginale (numericamente) per indire una crociata contro i “persecutori” è una manifestazione propagandistica – nel caso da cui si era partiti: chi ha fatto che cosa? Il discernimento consiste nel correlare la causa e l’effetto – verificare chi ha guadagnato e chi ha perso, ecc.
:rolleyes:
 
Top
coloramente
view post Posted on 28/2/2008, 15:16




Dal sito www.corriere.it:

LONDRA - Quando si trovano in mezzo alla folla, le persone tendono a comportarsi come le pecore, ovvero a seguire ciecamente colui o coloro (al massimo si tratta di due individui) che sembrano sapere esattamente dove stanno andando (anche se magari non è affatto vero). A sostenerlo è uno studio dell’Università di Leeds che, stando al professor Jens Krause, potrebbe trovare importanti applicazioni soprattutto nella gestione di eventi catastrofici e nei comportamenti da tenere in questi casi. Il team di studiosi ha condotto una serie di esperimenti comportamentali su un gruppo di volontari, ai quali era stato detto di camminare attorno a una grande sala senza una meta precisa e senza parlare con gli altri.

ANIMALI DA BRANCO - Solo a un ristretto gruppo di partecipanti erano state date delle istruzioni più dettagliate e precise e i risultati dei test hanno evidenziato come basti appena il 5% di questi “individui informati” ad influenzare la direzione di una folla di almeno 200 persone, mentre il restante 95% segue la massa senza davvero rendersene conto. «In questo atteggiamento, ci sono dei forti parallelismi con il comportamento degli animali che vivono in branco – si legge nella relazione del professor Krause pubblicata sulla rivista “Animal Behaviour” –. Tutti noi siamo stati in situazioni dove ci siamo lasciati trascinare dalla folla, ma l’aspetto più interessante di questo studio è che coloro che vi hanno partecipato hanno finito per prendere una decisione consensuale, malgrado non fosse loro permesso di parlare o rivolgersi agli altri. Nella maggior parte dei casi, non hanno nemmeno realizzato di essere stati guidati dagli altri».

OAS_AD('Bottom1');
MOVIMENTI DI MASSA - La ricerca inglese, di cui si trova notizia anche sul Daily Telegraph, segue quella condotta all’Università di Utrecht dal dottor Simon Reader, nella quale si evidenziava come la maggior parte delle persone fosse felice di giocare al “segui il mio capo”, anche se si finiva per andare dietro a qualcuno che non sapeva bene dove stava andando. «In maniera ancora più sorprendente – ha concluso Krause – questo studio ha poi scoperto che anche se ci viene mostrata una strada più veloce, noi preferiamo generalmente fissarci su quella vecchia e tendiamo a convincere gli altri a fare lo stesso». Un comportamento che, a detta degli studiosi, potrebbe avere implicazioni letali nei casi in cui ci si trovi nelle condizioni di dover evacuare in fretta e furia un edificio, perché ci porta a seguire quelle vie di fuga che ci sono familiari, anche se più lente, piuttosto che spingerci a scegliere un’alternativa. In altre parole, si segue la massa indipendentemente dal pericolo (reale o ipotetico) e non ci si azzarda a rischiare una soluzione diversa, con conseguenze spesso disastrose.

image
 
Top
skeptic
view post Posted on 29/2/2008, 01:30




“Nessun uomo è un’isola”. L’uomo è un animale sociale ed è quindi abbastanza scontato che propenda verso comportamenti gregari, ciò non toglie che lo sviluppare la consapevolezza ed il senso critico possa aiutarlo a trovare un senso di autenticità ed a metterlo al riparo dall’uniformarsi conservando, anche nelle situazioni più “massificate” un’individualità indipendente e non-condizionata (la ragione che prevale sull’emozione).
 
Top
19 replies since 10/2/2008, 18:10   120 views
  Share