LuisaMiao |
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| Quando ho lavorato nel campo delle adozioni, questo era un tasto dolente. Non per gli psicologi che seguono ormai tutti una linea ben precisa. Ma per le coppie.
Ormai si è tutti concordi nel dire che l'adozione va raccontata al bambino sin da subito. ovvio, con i modi e l'adattamento più consono all'età, ma con una storia che riprenda tutti i passaggi. Fa parte della vita del bambino, del suo passato e sono aspetti che gli servono/serviranno per la costruzione della sua storia e della sua identità.
Il punto è che la coppia, quando arriva all'adozione, ci arriva molte volte con un gran carico di dolore. E questo è un aspetto che vuole mettere da parte. Mentre nella storia di quel bambino ha un ruolo davvero fondamentale: moltissime volte le coppie arrivano a presentare domanda di adozione perchè non riescono a procreare, quindi il dolore è una forza motrice per la ricerca di altre vie per realizzare il sogno di coppia di avere una famiglia. Tagliarlo fuori, vuol dire *non dire tutto* al proprio figlio... cosa che prima o poi viene fuori. Raccontare questo passaggio è molto difficile per le famiglie... perchè fa chiaramente riemergere il dolore provato allora e in qualche modo può riaprire la ferita.
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