I Colori della Mente - Forum di psicologia e molto altro

Lo stile educativo e il...tempo

« Older   Newer »
  Share  
coloramente
view post Posted on 6/1/2008, 23:24




Nel tempo lo stile educativo è cambiato notevolmente. azioni educative che in un nemmeno tanto remoto passate venivano usate, ora sono completamente bandite. Come ad esempio 'le botte': un tempo se i figli facevano qualcosa di proibito prendevano un 'sacco' di botte, e la cosa era giudicata 'normale' da tutti (normale nel senso di un atteggiamento di non sorpresa o scandalo da parte della comunità), oggi invece non è più così. Lo stesso comportamento è giudicato veramente male, fino ad arrivare ad alcuni 'paradossi' che mi hanno raccontato dove un 'sano sculaccione' dato in pubblico ha fatto reagire passanti in modo esagerato verso il povero genitore!

Cos'è che, secondo voi, fa cambiare questi tipi di comportamento?
 
Top
LuisaMiao
view post Posted on 8/1/2008, 10:05





io comincerei col dire che è cambiato, nello stesso periodo di tempo, il concetto di cosa sia l'infanzia e di cosa sia un bambino.
noi pensiamo al periodo dell'infanzia come un mondo felice, che vada protetto ad ogni costo e pensiamo anche a un bambino con determinate esigenze-bisogni ma anche competenze proprie da sviluppare. tutto questo però è un'acquisizione recente della scienza e poi del *senso comune*.
se come accadeva non tante decadi fa, il bambino era visto come proprietà del padre (anche della madre ma in minor misura), usare le botte per educarlo ha un significato. ora nessuno pensa (o almeno se lo fa non va in giro a dirlo) che un figlio è proprietà privata.
cambiando l'ottica in cui guardiamo e econsideriamo certi momenti della vita, cambia anche il comportamento nostro verso di loro.
 
Top
coloramente
view post Posted on 8/1/2008, 22:11




Sicuramente il fatto che le maggiori conoscenze che abbiamo in merito anche alle conseguenze che un certo tipo di comportamento ha su chi lo riceve (il bambino che viene maltrattato ha delle conseguenze e queste sono state studiate da un tempo relativamente recente), ha contribuito ad essere meno tolleranti verso chi maltratta.
E anche il figlio come 'proprietà privata' potrebbe incentivare in qualche modo uno stile educativo con le 'botte'.
Ma, non sono molto d'accordo sul fatto che questo non si pensi più. Devo dire anche che incontro spesso genitore che lo dicono proprio: frasi del tipo 'è mio figlio e ci penso io alla sua educazione' e simili, le sento molto fra i genitori che parlano fra di loro....
Altra cosa che vorrei dire è che anche le persone che conoscono bene le conseguenze che ha un bambino maltrattato in seguito a questo maltrattamento (perché magari di ceto elevato), non ferma chi maltratta.
 
Top
LuisaMiao
view post Posted on 12/1/2008, 17:19




CITAZIONE
Ma, non sono molto d'accordo sul fatto che questo non si pensi più. Devo dire anche che incontro spesso genitore che lo dicono proprio: frasi del tipo 'è mio figlio e ci penso io alla sua educazione' e simili, le sento molto fra i genitori che parlano fra di loro....

Con *proprietà privata* intendevo dire il diritto di vita o morte sul figlio... cosa che abbiamo abolito da non così tanto tempo in fondo.
La frase da te riportata può essere si vista come figlio=mia proprietà, ma anche come figlio=mia responsabilità. E di solito è in quest'ottica che interpreto la frase e cerco di rimandarla al genitore che la dice ;)

CITAZIONE
Altra cosa che vorrei dire è che anche le persone che conoscono bene le conseguenze che ha un bambino maltrattato in seguito a questo maltrattamento (perché magari di ceto elevato), non ferma chi maltratta.

La conoscenza di certi meccanismi da sola non basta. Se io so che quel comportamento avrà conseguenze negative, ma non ho modo di apprendere un'altro comportamento (in questo caso una differente modalità educatova da usare con mio figlio), continuo ad usare quella che ho.
 
Top
coloramente
view post Posted on 12/1/2008, 18:04




Effettivamente, ci vorrebbero, al giorno d'oggi, dei corsi per i genitori che imparano a fare i genitori direttamente sul proprio figlio e spesso 'non sanno quello che fanno'. Ma ad aspettare che la società organizzi tali corsi e che siano davvero profiqui otto vite non bastano.
Anche se è vero che la conoscenza da sola non basta, sicuramente fa porre alcune domande e fa vivere le cose diversamente da prima...poi forse uno cambia forse no, ma non si può non fare niente perché si pensa che la conoscenza da sola non basti...almeno credo...Altrimenti..che leggiamo a fare i libri? Loro non ci cambiano? ;)

Rimandare ad un genitore che il figlio è una sua proprietà in quanto responsabilità, è una buona cosa per cominciare a riflettere sia, appunto, sulla responsabilità di accudiemnto ed educativa che i genitori hanno, sia per cominciare a fargli capire che il figlio è un altro da loro.
 
Top
LuisaMiao
view post Posted on 12/1/2008, 20:08




CITAZIONE
che leggiamo a fare i libri? Loro non ci cambiano?

I libri ci cambiano. Ma su un aspetto come lo stile educativo che si è appreso in gran parte *vedendo* i propri genitori, l'apporto che un libro può dare, se non altrimenti supportato (sia in modo esterno che internamente con buoni strumenti di riflessioen), è abbastanza limitato. Perchè comunque quando un genitori interagisce col figlio ci sono in ballo sentimenti, emozioni, aspettative &C. che fanno scattare l'automatismo.
 
Top
coloramente
view post Posted on 13/1/2008, 21:24




E' difficilissimo fare il genitore-educatore di proprio figlio e, in questo senso l'apporto che un libro può dare è poco, vero. Ma è pur sempre qualcosa, cioè meglio di niente ;), se poi chi legge, viene anche seguito da un professionista, è tanto, quello che un libro può darti... :D
 
Top
skeptic
view post Posted on 13/2/2008, 01:50




Si può parlare di genitori quando non lo si è? Credo di sì, altrimenti starei zitta. Se diventare genitori è un diritto e fare il genitore un dovere, bisogna passare dall'appagamento di un proprio bisogno alla realizzazione di un desiderio altrui. Cosa voglio dire? Che una volta "fatto il figlio" ci si deve impegnare affinché si realizzi al massimo delle sue potenzialità e non delle nostre aspettative. Tenendo presente questo principio si avrà rispetto del bambino in quanto persona (ed è questa la novità della dichiarazione universale dei diritti dei bambini) e quindi si adotteranno dei metodi educativi che lo coinvolgano come protagonista (mediazione), il bambino va guidato nelle scelte e seguito, non forzato. Le difficoltà che incontrano i genitori sono dovute, sì alla mancanza di trasmissione della "tradizione", sì alle contrastanti indicazioni di diverse scuole pedagogiche, sì ai ritmi di lavoro, sì al contrasto con i coetanei ed anche all'interferenza dei nonni, ma anche e soprattutto al non rendersi conto che appiattirsi sull'oggi, appagando qualsiasi capriccio, distrugge la crescita. Il bambino può e deve rendersi conto che l'impegno, la gradualità, lo sforzo portano ad una ricompensa futura maggiore. Il genitore che fa debiti perché soddisfa il presente a scapito del futuro, che non sa procastinare il divertimento, che non sa rinunciare alla TV per dedicarsi alla famiglia, è lui stesso un bambino viziato.
Non dimentichiamoci, comunque, che, anche in Italia, c'è la piaga del lavoro minorile, dei bambini maltrattati, e che il fenomeno delle "botte" non è affatto marginale.
 
Top
coloramente
view post Posted on 19/2/2008, 22:55




Non dimentichiamoci però che i genitori sono esseri umani e vanno aiutati anch'essi nel loro compito. Un bambino non sempre arriva quando il genitore è pronto, così come noi pensiamo debba esserlo (presunzione), a fare il genitore.
Non sempre siamo pronti per qualsiasi evento della vita. Certo, una volta che ci si è resi conto che si sta in difficoltà bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto.
 
Top
skeptic
view post Posted on 20/2/2008, 00:15




Sono perfettamente d’accordo ed è per questo che ritengo una priorità diffondere la cultura della "genitorialità responsabile". Non si diventa “maturi” facendo figli e bisognerebbe interrogarsi su se stessi e sulla vita prima di prendere una decisione titanica come “dare la vita”. Chi non è genitore per una “sofferta scelta responsabile” tende, è vero ad essere un po’ drastica nei giudizi sugli altri. Ma troppi casi si vedono di “bambini buttati nel mondo perché non ci sappiano stare” solamente per colmare il vuoto di senso di vite vissute per abitudine prima ancora che per istinto.

 
Top
9 replies since 6/1/2008, 23:24   69 views
  Share