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La riabilitazione in ragazzi delle medie

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pimo_eli
view post Posted on 11/4/2008, 20:54




Buongiorno a tutti, sono nuova di questo forum ma mi interesserebbe aprire qui una discussione sulla riabilitazione in ragazzini delle medie che hanno disturbi dell'apprendimento.
In modo specifico parlo di quei ragazzini che alle elementari sono sempre stati considerati un po' lenti, svogliati, ma che magari nascondevano un disturbo specifico dell'apprendimento, che viene diagnosticato alle medie.
Ci sono molti pareri discordi sui piani riabilitativi: c'è chi dice che è troppo tardi e che è bene non "perderci del tempo" e c'è invece chi inizia la riabilitazione con gli stessi esercizi che si fanno fare ai bimbi molto più piccoli.
Ho poche esperienze di questo tipo, però dal mio punto di vista nulla è perso, semplicemente è molto più difficile!
Dal mio punto di vista lavoro molto sull'autostima e sulla motivazione (che ormai non c'è più) e mi aggrappo al funzionale (del tipo che è meglio imparare "trucchetti" per leggere se no quando quidi col motorino non ti puoi fermare a tutti gli incroci mezz'ora per leggere tutti i cartelli!). Con un ragazzo avevo utilizzato il tachistoscopio con i nomi dei paesi e delle vie (con divertimento del ragazzo!)
Vorrei però sentire altri pareri ed animare un po' la discussione.
Buona giornata
Eli
 
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Paola Romitelli
view post Posted on 11/4/2008, 21:52




Ciao :woot: finalmente qui, sono contenta ^_^

Alcune colleghe che conosco con i ragazzi più grandi con difficoltà di apprendimento, lavorano come te sull'autostima ma anche su'offrire delle strategie per far fronte alle difficoltà che hanno. Si pensa, infatti (ma io non sono competente in materia, quindi riporto quello che mi dicono), che il disturbo per un ragazziono delle medie non sia recuperabile, quindi il poter offrire delle strategie una consapevolezza delle sue difficoltà lo rendono autonomo nella gestione del problema.
 
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pimo_eli
view post Posted on 18/4/2008, 20:34




Sai cos'è molto difficile con questi ragazzi? Motivarli! Oramai hanno alle spalle troppi fallimenti, troppi insuccessi... e spesso sono proprio da scuotere!
Ora come ora sono passata ad un programma più legato al funzionale (il ragazzino non ha nemmeno un QI brillantissimo) e sembra che almeno così sia un po' più interessato. Sto facendo fare cose che esulano dalla scuola, perché tutto ciò che è scolastico per lui è demotivamente e parte con l'idea che tanto non riesce.
Quindi stiamo facendo un lavoro di consultazione pagine gialle, pagine bianche, vocabolario.... cercare le vie nelle cartine (tutto a tempo e cercando di velocizzare e rendere sempre più funzionale la sua lettura).
Sembra cmq che ci siano dei miglioramenti e forse sta iniziando a capire che leggere non serve solo a scuola!
 
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Paola Romitelli
view post Posted on 19/4/2008, 21:43




Certo che in questo caso il metodo Feuerstein ti sarebe molto utile...giusto per rimanere in tema con l'altra discussione :)
 
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skeptic
view post Posted on 8/6/2008, 17:28




“Non è mai troppo tardi!” Un interessante libro di Norman Doidge (in italiano “Il cervello infinito”, in originale, in inglese – molto più appropriatamente - “Il cervello che trasforma se stesso”) racconta storie incredibili di plasticità cerebrale. Perché cito questo libro? Perché il “dogma” della “plasticità” che non persiste oltre l’infanzia (ormai ampiamente confutato dagli innumerevoli studi di neuroimaging, ecc.) continua a persistere. Feuerstein sosteneva, già negli anni 50, come del resto la maggior parte dei riabilitatori, che esiste una “modificabilità cognitiva strutturale” ossia che persino l’anatomia cerebrale si modifica interagendo con l’ambiente (e questo a tutte le età). Le neuroscienze ora confermano, con dati oggettivi, tale ipotesi. Se un bambino ha difficoltà cognitive che non si riescono a superare le carenze sono dell’insegnante che non riesce ad attivare le potenzialità di quel bambino. Bisogna sperimentare diverse metodiche fino a trovare quella adeguata. Feuerstein, per la mia esperienza, fornisce un metodo efficacissimo, ed il più delle volte sufficiente, a superare le “carenze-cognitive” di un bambino che “va male a scuola”. Sono d’accordo anche sull’agire sulla motivazione sempre che non si traduca un “bisogna accettarsi per quello che si è”. Citando ancora Feuerstein “non accettarmi come sono”, che io traduco in un: “non precludermi le possibilità chiudendomi in un casellario pregiudiziale”.. “io posso”… bisogna solo scoprire la strategia; ciò non toglie che ognuno di noi ha delle peculiarità e delle caratteristiche ed è per questo che consiglio di affiancare a Feuerstein, Mel Levin (il suo “A modo loro” aiuta a personalizzare secondo l’individualità irripetibile di ciascuno).
 
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4 replies since 11/4/2008, 20:54   75 views
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