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| “Non è mai troppo tardi!” Un interessante libro di Norman Doidge (in italiano “Il cervello infinito”, in originale, in inglese – molto più appropriatamente - “Il cervello che trasforma se stesso”) racconta storie incredibili di plasticità cerebrale. Perché cito questo libro? Perché il “dogma” della “plasticità” che non persiste oltre l’infanzia (ormai ampiamente confutato dagli innumerevoli studi di neuroimaging, ecc.) continua a persistere. Feuerstein sosteneva, già negli anni 50, come del resto la maggior parte dei riabilitatori, che esiste una “modificabilità cognitiva strutturale” ossia che persino l’anatomia cerebrale si modifica interagendo con l’ambiente (e questo a tutte le età). Le neuroscienze ora confermano, con dati oggettivi, tale ipotesi. Se un bambino ha difficoltà cognitive che non si riescono a superare le carenze sono dell’insegnante che non riesce ad attivare le potenzialità di quel bambino. Bisogna sperimentare diverse metodiche fino a trovare quella adeguata. Feuerstein, per la mia esperienza, fornisce un metodo efficacissimo, ed il più delle volte sufficiente, a superare le “carenze-cognitive” di un bambino che “va male a scuola”. Sono d’accordo anche sull’agire sulla motivazione sempre che non si traduca un “bisogna accettarsi per quello che si è”. Citando ancora Feuerstein “non accettarmi come sono”, che io traduco in un: “non precludermi le possibilità chiudendomi in un casellario pregiudiziale”.. “io posso”… bisogna solo scoprire la strategia; ciò non toglie che ognuno di noi ha delle peculiarità e delle caratteristiche ed è per questo che consiglio di affiancare a Feuerstein, Mel Levin (il suo “A modo loro” aiuta a personalizzare secondo l’individualità irripetibile di ciascuno).
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